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Una degustazione di uova di alcuni dei migliori artigiani cioccolatieri italiani, curata da una riconosciuta istituzione come la Compagnia del Cioccolato mi sembra un’ottima maniera di festeggiare le festività pasquali ma anche di porre l’accento su un mondo affascinante come quello del “cibo degli dei”, sempre molto affine al bacchico “nettare degli dei”.
Prima di sintetizzarvi il personale podio della degustazione di ben 17 uova di sei brand fra i migliori del panorama nazionale, una doverosa premessa sulla Compagnia del Cioccolato.
Fondata nel 1995 a Perugia da Eugenio Guarducci, Roberto Bava e da altri 22 soci fra cui il bolognese Gilberto Mora, profondo conoscitore della materia.
Attualmente Gilberto riveste il ruolo di attivissimo Presidente ed ha spostato il cuore organizzativo dell’associazione proprio all’ombra delle Due Torri, coadiuvato da un nutrito gruppo di esperti degustatori (e divulgatori) come Roberto Caraceni e Stefano Bugamelli.
Fra degustazioni, eventi, viaggi studio nelle aree di produzione, consulenze e corsi di formazione che tendono a fornire le basi tecniche ai Chocolate Taster, che potremmo definire i “sommelier del cioccolato”, la Compagnia è cresciuta in maniera esponenziale in questi tre decenni raccogliendo soci in tutta la penisola e referenti regionali che ne promuovono l’attività, tanto da farla diventare l'associazione no-profit più attiva nel mondo del cioccolato.
La serata oggetto di questo mio breve reportage, ospitata nelle sale dell’Hotel Guercino di Via Serra, fa parte di uno degli eventi ciclici che l’associazione organizza al fine di informare e orientare consapevolmente i propri soci sul cioccolato di qualità.
Venendo alla cronaca, dopo l’illustrazione generale dei prodotti in degustazione, presentati da Gilberto Mora, tutti i partecipanti sono stati forniti di scheda (in questo caso semplificata rispetto a quella solitamente riservata agli addetti ai lavori) e per ogni assaggio si è proceduto a dare un voto all’uovo e al cioccolato utilizzato per le 17 referenze, tenendo conto di cinque parametri (packaging, qualità tattile, qualità aromatica, qualità gustativa e persistenza).
A livello generale bisogna sottolineare come la qualità del cioccolato destinato alle uova di Pasqua sia notevolmente migliorata negli ultimi anni, (ovviamente mi riferisco alle realtà più artigianali), con prodotti che replicano la materia prima e le tipologie delle linee riservate generalmente alle tavolette.
Quanto alla classifica, confessando la mia attestata predilezione per il fondente devo ammettere che la palma del più intrigante l’ha strappata il Sabadì Pasqualina al latte, un cioccolato al latte con una dose importante di cacao, ben il 50%, avvolgente e complesso di grande equilibrio gustativo.
Una autentica sorpresa.
Ma si sa che il geniale 48enne veronese esperto di finanza trasferitosi a Modica per diventare cioccolatiere è davvero un personaggio capace di stupire con le sue creazioni, sempre caratterizzate da un’estrema ricerca di materie prime e nuove sperimentazioni tecniche.
A lui va anche la palma di miglior packaging con la coppia di uova denominati Pasquale e Pasqualina (fondente e latte) ospitata in curati vasi di ceramica artistica di Caltagirone (disponibili in due misure), appositamente commissionati e dipinti a mano da un artigiano della cittadina catanese.
Una sorpresa… fuori dall’uovo, che si presta a far da centro tavola, porta frutta o elegante elemento di arredo.
Il secondo posto se lo è aggiudicato un’altra firma storica del migliore cioccolato italiano come la famiglia salentina dei Maglio, attiva dal 1875 ed arrivata con il giovane Vincenzo alla sesta generazione.
Una delle referenze presentate ha colpito le nostre papille, ovvero il Maglio Fondente Ecuador 72%, preparato con un raro cru di cacao come il Nacional, Forastero della varietà Amenolado coltivato nella lussureggiante foresta tropicale ecuadoriana. Un cacao che dà luogo ad un cioccolato fino e cremoso, di grande complessità aromatica, con retrogusto leggermente amarognolo e caratterizzato da profumi floreali, di banana, erba secca, frutti rossi e una leggera nota mielosa.
Il terzo posto va allo Slitti 73% Gran Cacao, un must del talentuoso Andrea, che dalla torrefazione di caffè della famiglia ha fatto del suo laboratorio di Monsummano Terme, nella Valdinievole pistoiese, un luogo alla Willy Wonka.
I suoi prodotti fanno incetta di premi nei concorsi tanto che con la versione tavoletta del Gran Cacao, blend di provenienza centroamericana, si è aggiudicato le ultime cinque edizioni della Tavoletta d’Oro, sorta di Oscar italiano del cioccolato di qualità, attribuito dal panel di esperti degustatori della Compagnia del Cioccolato.
Un uovo fondente che in bocca si scioglie con equilibrata acidità, grande piacevolezza e note di caffè e frutta secca, in particolare nocciola.
Sul filo del piazzamento anche il Rustico 74%, extra-fondente con fave di cacao e zucchero muscovado (zucchero rosso di canna non raffinato), della famiglia romagnola Gardini, altra firma artigianale specialista nelle preparazioni che innestano il cioccolato con il sale dolce di Cervia.
Ma sulle loro creazioni e su quelli di altri maestri cioccolatieri ci ritorneremo presto con un’altra puntata dedicata al “Theobroma”, magari curando anche gli abbinamenti enologici più adatti.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!