Dalla Liguria… alla Lunae
18 Febbraio 2023Il Sondraia Bianco di Poggio al Tesoro: una perla bianca nella “rossa” Bolgheri doc.
La storia di “Poggio al Tesoro” la dependance bolgherese della famiglia Allegrini, è la realizzazione di un sogno del compianto Walter Allegrini, scomparso prematuramente nel 2003, che nel 2001 intuì con visione e fiuto da esperto vignaiolo della Valpolicella che l’area intorno ai famosi cipressi carducciani avesse ancora tante potenzialità da indagare.
Nell’acquisto dei singoli appezzamenti decise di diversificare terreni ed esposizioni, parcelle a ridosso della collina e altre più vicine al mare in maniera da aver un mosaico di possibilità che unito all’expertise di famiglia potesse aggiungere una peculiare impronta enologica ai vini prodotti, coniugando con accento “maremmano” la potenza, la complessità e l’eleganza del caratteristico stile Allegrini.
Nasce così l’idea di “Poggio al Tesoro”, tenuta di ben 105 ettari di cui quasi 68 vitati, suddivisi in quattro aree strette fra Bolgheri e Castagneto Carducci.
La gestione è affidata alla figlie della vulcanica Marilisa, Carlotta e Caterina che con la loro giovanile energia hanno portato nuova linfa a questo “tesoro” incastonato in questa splendida parte di costa toscana che racchiude una denominazione ristretta sotto il profilo dell’estensione ma protagonista di primo piano nelle guide e nei migliori ristoranti del mondo.
A fianco dei rossi simbolo della primigenia intuizione di Walter, lo straordinario Cabernet Franc in purezza a lui dedicato, pluripremiato anno dopo anno dalle più prestigiose guide internazionali e il suo fedele scudiero il “territoriale” Sondraia Bolgheri Superiore, taglio bordolese di Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, ci concentriamo stavolta sull’ultimo arrivato, un originale Viognier in purezza come il Sondraia Bianco 2019.
Vino ottenuto da soli grappoli scelti di Viognier, coltivati nella parte bassa del podere Valle di Cerbaia, in un zona fresca, più vicina alla costa e al ridosso del torrente Livrone, con vigneti poggiati su terreni argillosi con sabbie sciolte e ben drenate che esprimono un bianco elegante e profondo.
Vendemmia notturna, pigiatura a freddo e sosta in acciaio sulle bucce per circa 8 giorni servono ad estrarre al massimo i profumi dei pruinosi acini di Viognier, cui segue la vinificazione suddivisa fra acciaio, legno e anfora.
Nel calice il lucente giallo paglierino intenso con riflessi dorati espande note fruttate e floreali (gelsomino ed elicriso) di grande intensità, con agrumato sottile, bella mineralità e sentori macerati non ossidativi.
In bocca è ampio, avvolgente e sapido, complesso e bilanciato grazie all’attenta selezione in pianta e all’attento assemblaggio in cantina del valente enologo Lorenzo Fortini delle parti separate vinificate in acciaio (50%), rovere francese di secondo passaggio (30%) e anfore di terracotta (20%).
Un bianco croccante e verticale, di bella struttura e ottime capacità d’invecchiamento ma godibile fin dal primo sorso.
Di grande versatilità, grazie alla sua profondità gustativa può reggere il tutto pasto, abbinandosi ad un ampio ventaglio gastronomico che spazia da piatti di pesce come il cacciucco livornese o gli spaghetti ai frutti di mare ai formaggi caprini e addirittura al foie gras.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola). Ma ciò che più mi entusiasma è raccontare le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli, con suggerimenti per le degustazioni, abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!