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21 Settembre 2024Il gallo "bianco" dei Pighin.
Il gallo ha un legame simbolico con il mondo del vino. Probabilmente per il suo connubio con la terra e la luce solare, elementi vitali del ciclo agricolo, tanto che Pitagora consigliava ai suoi adepti di nutrirlo e non di sacrificarlo.
Come simbolo enologico lo ritroviamo nel ben noto marchio del Chianti Classico e come icona del Vermentino docg sardo, a fiera memoria dello stemma dell’antico Giudicato di Gallura.
Ma il gallo è anche l’animale totem scelto come elemento distintivo della produzione dei Pighin, una delle famiglie più importanti del vino friulano.
Un nome che dal 1963 racchiude in bottiglia tutta la specificità di due aree enologicamente vocate come l’alluvionale Grave e il marnico-arenario Collio e che a partire dal 2004 Fernando Pighin e, oggi il vulcanico figlio Roberto, hanno saputo consolidare nelle guide e sui mercati internazionali.
Il quartier generale, dove tutto è nato, è a Risano, ad una decina di chilometri da Udine; raccolto intorno all’innovativa cantina progettata nel 1968 da Gino Valle e alla seicentesca villa appartenuta alla nobile casata degli Agricola che ospita la foresteria e, nella cantina storica, la bottaia d’affinamento dei vini rossi.
Ai 160 ettari della doc Friuli Grave si aggiungono altri trenta ettari con relativa cantina di vinificazione a Spessa di Capriva, nel rinomato Collio goriziano, con i vigneti che disegnano un suggestivo anfiteatro naturale intorno alla cantina.
Quanto alle etichette tutti i varietali tipici quali Friulano, Ribolla Gialla, Malvasia, Pinot Grigio, Sauvignon, sono di encomiabile livello qualitativo, accomunati da schiettezza e piacevolezza gustativa associate ad una tipicità territoriale da cartolina.
Cenno a parte merita il “ri-nato” Soreli Collio Doc, nobile figlio della “ponca” e del vecchio Soreli che negli anni Ottanta, insieme al Pinot Grigio furono i primi vini bianchi italiani ad essere serviti nella First Class Lufthansa.
Con l’annata 2020 il suo bilanciato blend di Friulano, Malvasia e Ribolla ha portato a casa Pighin il primo Tre Bicchieri Gambero Rosso.
Un bouquet olfattivo fruttato e floreale, dove compaiono prima la pesca gialla, la susina e l’albicocca e poi la zagara, la camomilla e i fiori di acacia.
Sorso pulito, di bella sapidità e persistenza aromatica che nel calice sa raccontare tutta la perizia enologica dei Pighin e la fierezza genetica con la quale il gallo del marchio ribadisce la proverbiale fama dei bianchi friulani.
www.pighin.com
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!