Le rubriche di Luglio
20 Luglio 2023The WineHunter Award 2023
16 Agosto 2023Viaggio fra i vitigni e le cantine dalmate, nei Calabria bio dei Ceraudo e nel vigneto più settentrionale d’Europa.
Fra il Crljenak Kastelanski, il Plavac Mali e il Grk, a spasso per i vitigni e le cantine della costa dalmata.
Nella bella stagione la Croazia è fra le mete europee preferite dai turisti italiani che la scelgono per la natura ancora selvaggia, le spiagge e le calette dai colori tropicali e i suoi caratteristici borghi che punteggiano una costa frastagliata ricca di isole, autentiche perle marine.
Ma in questi ultimi anni è cresciuta in maniera esponenziale anche la quota di enoturisti, attratti non solo dalle più raggiungibili cantine istriane ma anche da quelle della Dalmazia, regione nota fin dall’antichità per la bontà dei suoi vini.
Un’area che con il nuovo millennio ha saputo rispolverare il suo storico retaggio grazie alla linfa di giovani viticoltori o fenomeni di emigrazione di ritorno che sta elevando il livello medio delle produzioni, puntando sull’ampio patrimonio di vitigni autoctoni.
Come il Crljenak Kastelanski, probabile capostipite del Primitivo salentino e dello Zinfandel californiano, che in terra dalmata produce vini caratterizzati da una tannicità e una freschezza ben distanti dalla corposa muscolarità dei “parenti” pugliesi o californiani.
O come il derivato “piccolo blu” che non identifica un formaggio erborinato ma la traduzione letterale di Plavac Mali, vitigno da secoli presente nella Dalmazia meridionale, che si esprime con rossi di grande potenza e capacità di invecchiamento.
Il sogno impossibile di Göran
Metti insieme un eclettico e intraprendente svedese aggiungici gli effetti del cambiamento climatico che ha innalzato verso nord il limite di coltivazione della vite ed ecco spiegato la nascita del vigneto commerciale più settentrionale d’Europa, situato a circa 150 km da Stoccolma.
L’eclettico personaggio è Göran Amnegård, che di rientro dal Canada come affermato chef acquista un terreno con annesso borghetto a Flen, nella Svezia centrale.
L’antico borghetto di tipiche case rosse della campagna svedese si trasforma in un hotel “diffuso” di alta fascia e in un ristorante gourmet, osannato da tutte le guide nazionali.
Non pago Göran decide di aggiungere al suo curriculum quello di viticoltore estremo piantando tre ettari e mezzo di vigna, in buona parte dedicati ad un vitigno resistente alle temperature dell’inverno svedese come il Vidal, più qualche barbatella per le sperimentazioni degli amati vitigni transalpini Chardonnay, Merlot e Cabernet Franc.
Una produzione di circa 10.000 bottiglie che ha negli straordinari Icewine (vini ottenuti con i grappoli lasciati congelare sulla pianta e poi pigiati con gli acini che, appassiti dal ghiaccio, concentrano profumi e dote gustativa) la punta di diamante.
Come il Vidal 2018 perfetta sintesi di caparbietà e perizia dal perfetto equilibrio fra acidità e morbidezza gustativa o l’eccellenza assoluta del Select Harvest 2016, premiato da Robert Parker con l’impressionante punteggio di 99,3 punti.
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La Calabria bio di Roberto Ceraudo
Un vero pioniere della produzione biologica calabrese Roberto Ceraudo che nel 1973 acquisisce l’antico podere dei Baroni Giunti e da il via al suo progetto vitivinicolo e che oggi nel seicentesco casale in pietra ospita anche il raffinato agriturismo e il ristorante Dattilo, una stella Michelin, guidato dalla vulcanica figlia Caterina.
A dispetto della produzione familiare i Ceraudo nella Calabria del vino significano molto di più delle 70.000 bottiglie annue, con referenze che viaggiano ormai nei piani alti delle guide di settore.
Frutto del maniacale lavoro in vigna prima ancora che in cantina operato da Roberto, affiancato da un esperto enologo come Fabrizio Ciuffoli, che nei 25 ettari vitati ha puntato sui vitigni della tradizione come Gaglioppo, Magliocco, Pecorello, Greco bianco e nero, Mantonico più due internazionali, Chardonnay e Cabernet.
Insieme agli altri due figli, Giuseppe e Susy, Roberto produce nove etichette, tutte Val di Neto Igt, fra cui spiccano il soave rosato Grayasusi o il possente rosso Dattilo, entrambi Gaglioppo in purezza, associati a due profumatissimi bianchi come l’Imyr, 100% Chardonnay e il Petelia, blend paritetico di Greco e Mantonico.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!