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13 Gennaio 2024Dall'eroica viticoltura alpina della Valle Isarco fino al Palatinato tedesco per scoprire gli storici Riesling della Reichsrat von Buhl. Per poi planare sui morbidi panettoni vulcanici dei Colli Euganei e degustare i vini di Quota 101.
Valle Isarco: i bianchi più a nord d'Italia.
La vite che s’inerpica coraggiosa in quota, verso il cuore delle Alpi. Una fotografia di ciò che rappresenta la Valle Isarco nella viticoltura altoatesina. Stretta fra le Dolomiti ad est e le Alpi Sarentine ad ovest la valle che identifica la viticoltura alpina si estende a nord ovest di Bolzano risalendo l’Isarco fino a Novacella rappresentando l’area vinicola più settentrionale d’Italia (per intenderci la Cave Mont Blanc di Morgex in Valle d’Aosta è quasi ad un grado di latitudine Nord in meno di Novacella).
Appena 440 ettari vitati (circa l’8% del totale dell’Alto Adige) situati fino a 850 metri di altitudine e poggiati su terreni sedimentari di mica e quarzo che donano ai vini una dote minerale e una spalla acida, di grande piacevolezza e decisa personalità.
Considerate le condizioni climatiche, a dominare sono i vini bianchi con l’85% del totale, ricavati soprattutto da vitigni tipici dell’areale come Sylvaner, Kerner, Müller-Thurgau, Gewüztraminer e Riesling mentre la quota residuale dei rossi è appannaggio di Pinot Nero, Zweigelt e Schiava.
Nell'itinerario vi accompagno dalle pendici del Massiccio dello Sciliar fra i vigneti di Otmar Mair e Markus Prackwieser, per poi risalire il corso dell'Isarco fino alla piana di Bressanone, per la precisione poco più a nord della storica Abbazia di Novacella, alla Strasserhof di Hannes Baumgartner, l'azienda vinicola più settentrionale d'Italia.
Gli storici Riesling del Palatinato della Reichsrat von Buhl
Dal punto di vista vinicolo il Palatinato (Pflaz in tedesco) è una delle aree “nobili” della viticoltura teutonica, dove i vigneti caratterizzano il panorama tanto da meritare l’appellativo di Toscana tedesca.
Lo Pflaz si colloca ad ovest di Mannheim sulla sponda occidentale del Reno, stretto fra l’ampia pianura e le boscose pendici della Foresta del Palatinato e dei monti Haardt, propaggine degli alsaziani Vosgi.
Una delle zone vinicole più quotate del Mittelhaardt è quella che si estende fra Wachenhelm e Deidesheim, dove troviamo gran parte dei vigneti classificati come eccezionali (Grosse Lagen).
E proprio a Deidesheim si trova una delle realtà più rappresentative dell’area, la Reichsrat von Buhl, che oggi ingloba altre due storiche cantine come Bassermann-Jordan e Weingut von Winning.
Fondata nel 1849 per far intuire la sua fama basti pensare che ha avuto fra gli estimatori dei suoi straordinari Riesling personaggi come Felix Mendelssohn e il cancelliere Otto von Bismark e che nella cerimonia d’inaugurazione del Canale di Suez nel 1869 ai dignitari fu servito proprio un Buhl'scher Riesling, all’epoca uno dei vini più costosi al mondo.
Dopo decenni di successi e altri di difficoltà gestionali, grazie al salvifico intervento di Adim Niederberger la Reichsrat von Buhl ha ripreso il posto che le compete nel gotha dei vini tedeschi.
Certificata biologica dal 2009 e dal 2018 a conduzione biodinamica nei suoi 56 ettari vitati include i vitigni tipici dell’areale ma ha sempre nel Riesling il suo primo amore.
Oggi la guida è affidata, sia come AD che come Direttore Tecnico, a Simone Frigerio, valente enologo italiano con robusta esperienza internazionale che nelle antiche cantine dell’ottocentesca sede attua un maniacale controllo della filiera riuscendo a sintetizzare la peculiarità aromatica e gustativa dei selezionati grappoli provenienti dalle eccezionali parcelle della tenuta.
Ne sono una palpabile dimostrazione etichette da competizione come l’Ungeheuer, decretato miglior Riesling secco tedesco a Mundus Vini 2022, il Pechstein, il Gesuitengarten o l’eccelso Kirchenstuck, uno dei cru più pregiati del Palatinato, fascia top caratterizzata dalla storica etichetta disegnata da Franz von Stuck.
A spasso per i fascinosi Colli Euganei per conoscere i vini di Quota 101
I Colli Euganei: inconfondibili e morbidi rilievi, risultato di singolari fenomeni vulcanici, che spuntano come inaspettati geologici funghi dalla pianura padovana. I suoi fertili suoli sono ideali per i vigneti che scorrono come tratteggi panoramici fra le silenti vedette di castelli, monasteri e ville venete.
In questa cornice si inserisce Quota 101, cantina biologica incastonata nel verde di Torreglia, a pochi minuti dalla bomboniera rinascimentale di Villa dei Vescovi, che all’interno accoglie anche l’Enoteca della Strada del Vino Colli Euganei.
Roberto Gardina (nella foto sopra), attuale Presidente della Strada del Vino dopo la prematura scomparsa di un pioniere del territorio come Franco Zanovello, si è innamorato di quest’angolo silvestre e nel 2010 ha dato vita, insieme alle figlie Silvia e Roberta, ad un progetto che tiene insieme ecosostenibilità e valorizzazione dei vitigni tipici.
Nella gamma dei bianchi spiccano un elegante Chardonnay, un minerale Manzoni Bianco e le tre profumate declinazioni della docg Fior d’Arancio dove il Moscato Giallo assume le territoriali sembianze delle versioni secca, spumante charmat e passita de Il Gelso di Lapo, leggiadro scrigno di vellutata avvolgenza.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!