Le rubriche di Maggio
20 Maggio 2023Le rubriche di Luglio
20 Luglio 2023Dal Negroamaro salentino al lusitano Avesso passando dal Chianti Classico. I suggerimenti di giugno delle mie rubriche.
Questo mese in edicola nello Speciale Puglia di InViaggio trovate un ampio itinerario enoturistico sulle cantine più importanti di un vitigno simbolo del Salento come il Negroamaro.
Quanto alle mie rubriche quella di Bell’Italia è dedicata a Vallepicciola, splendida cantina della famiglia Boffo nel cuore del Chianti Classico mentre quella di Bell’Europa si concentra sulla storica tenuta portoghese Casa de Vilacetinho, protagonista della valorizzazione dell’autoctono Avesso.
Il vitigno che suona le note del Salento
Il nome Negramaro per molti rimanda principalmente al gruppo musicale di grande successo che ha come frontman la tracimante vocalità di Giuliano Sangiorgi.
Ma Negramaro (o Negroamaro) è soprattutto il nome di un antichissimo vitigno autoctono pugliese, di origini greche, arrivato in Salento insieme ai coloni della Magna Grecia, di grande corpo e potenza gustativa, capace di dar vita nelle sue molteplici declinazioni e sfumature a vini che vanno dagli eleganti rosati ai corposi rossi fino alle suadenti versioni passite.
In passato usato soprattutto come uva da taglio negli ultimi decenni il Negroamaro ha conosciuto una parabola di grande valorizzazione che ha fatto valere la sua struttura da solista.
Fra le varie ipotesi delle origini del nome la più accreditata parrebbe quella che fonde le due caratteristiche più evidenti del vitigno: il suo colore molto scuro, quasi nero (niger in latino e mavro in greco) e il suo caratteristico retrogusto amarognolo (in dialetto salentino niuru maru ovvero nero e amaro).
E’ non è un caso che il sestetto salentino abbia scelto il suo nome per battezzare la band perché il vitigno identifica in maniera univoca la terra da cui nasce proprio come fa la loro musica.
Vallepicciola: l’accoglienza di famiglia nel cuore del Chianti Classico
È il 1999 quando Giuseppina Bolfo e il fratello Bruno, manager genovese di fama internazionale, si imbattono nel cuore del Chianti Classico senese, a Castelnuovo Berardenga, in un diroccato casale medievale.
L’antico convento di suore con la sua posizione sulla sommità di un poggio, immerso in un paesaggio da cartolina, antropicamente intatto, li ammalia.
In sette anni di rispettosa e maniacale ristrutturazione, il piccolo borgo rinasce e prende la forma del raffinato Hotel Le Fontanelle, resort 5 stelle caratterizzato da un’accoglienza elegante quanto familiare.
Alla struttura si affianca poco più a valle, nella frazione di Pievasciata, che prende il nome dalla arcigna pieve fortificata del X secolo, la tenuta Vallepicciola.
Ben 107 ettari vitati, suddivisi in 12 parcelle, e 4.000 piante d’ulivo circondati da boschi e morbide colline, scenario ideale per l’ambizioso progetto di “architettura organica” dell’Arch. Margherita Gozzi, che ha innestato la cantina nel paesaggio, nascondendo alla vista i due piani interrati che accolgono gli spazi dedicati alla vinificazione, uffici, shop, sale degustazioni e Biblioteca del Vino.
Sotto l’esperta guida enologica di Alessandro Cellai iI vitigno cardine della tenuta resta il Sangiovese che dà il meglio di sé, oltre che nel Gran Selezione Lapina nella nuova linea “Grandi Cru” con il Vallepicciola Rosso 2020 100% Sangiovese
Insieme al fascinoso Chardonnay in purezza e al prezioso taglio bordolese Miglioré 2019 rappresentano il trittico d’autore sul quale l’enologo senese punta per consacrare Vallepicciola sui mercati internazionali.
Casa de Vilacetinho: la dimora storica dell’Avesso lusitano
Basta un piccolo ma significante aneddoto per identificare la storica fama dei vini di Casa de Vilacetinho. Quello che accadde nel 1957 nel corso della visita in Portogallo della sovrana del Regno Unito, Elisabetta II. Si sa i nobili britannici sono da secoli estimatori dei vini lusitani (soprattutto del Porto di cui hanno fornito fin dai suoi esordi dinastie mercantili come i Taylor, Offley, Sandeman, Graham, Croft) e la compianta sovrana è sempre stata un’attenta consumatrice del nettare di Bacco. In quella visita le venne servito, su selezione dei “sommelier” di corte, proprio un vino di Casa de Vilacetinho. Non male come referenza.
Ci troviamo a Alpendurada, nel Basso Douro, una cinquantina di chilometri a sud-est di Porto. La zona fa parte della Doc Vinho Verde ma il protagonista dei vini della Casa lusitana è l’Avesso, vinificato sia in purezza che associato ad altre specie autoctone come Alvarinho, Arinto, Azal, e Loureiro.
Varietà tipica della regione, in particolare dell’area del Baião (dove è conosciuto anche come Borral o Borraçal Branco), negli ultimi anni sta conoscendo una decisa riscoperta perché esprime, soprattutto in purezza, bianchi molto in linea con il gusto contemporaneo. Vini freschi, dal moderato tenore alcolico, con fragranti aromi agrumati, di frutta a polpa bianca e sorso pieno ed elegante.
In un’area caratterizzata da piccoli appezzamenti la Casa de Vilacetinho rappresenta un’eccezione, frutto della fusione di due antiche fattorie, latifondo di oltre cento ettari coltivati. Fertili terreni di disfacimento granitico, a ridosso del letto del Douro, di proprietà fin dall’epoca medievale del Monastero Benedettino di Alpendurada.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!