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5 Aprile 2024Mandrarossa, linea top della menfitana Cantine Settesoli, propone vini che si distinguono per ricerca, innovazione e solido legame territoriale.
Le immagini festanti dell’edizione 2023 dell’ormai più che decennale evento estivo del Mandrarossa Wineyard Tour ci stimolano a tracciare un profilo della recente attività del brand di fascia alta delle Cantine Settesoli, una delle più importanti cooperative vitivinicole siciliane che, sotto l’esperta guida del Presidente Giuseppe Bursi, prosegue con la costante crescita qualitativa e l’apprezzamento dei consumatori come degli esperti del settore.
Cuore pulsante dell’attività enoturistica la nuova e panoramica cantina, progettata per essere un luogo d’incontro e che, dalla ritrovata socialità post pandemica, sta finalmente esprimendo tutto il suo forte potenziale di accoglienza.
Un parallelepipedo a tre livelli incastonato nel terreno, perfettamente integrato nel paesaggio e posto alla cima di un piccolo poggio, con il fulcro nella grande terrazza che ospita il wine-shop. Spazio ideale per eventi open-air, con all’orizzonte il maestoso panorama di questo abbacinante lembo di Sicilia, fatto di una pettinata distesa di vigneti, punteggiata di ulivi, resilienti palme e macchia mediterranea, che degrada dolcemente verso le splendide spiagge della costa menfitana.
All’interno della struttura il moderno wineshop alle spalle cela uno scrigno ipogeo che si annuncia da un percorso sospeso sulla bottaia con alle pareti opere d’arte, fotografie e pannelli che illustrano le tappe (e i risultati più significativi) del brand Mandrarossa.
Dalla passerella con vista sulle botti grandi da 50 ettolitri, il centinaio di barrique e la zona dedicata alla “vinoteca” delle annate da conservare, si accede alla modulare ed ampia sala degustazione, anche qui dominata da vetrate aperte all’orizzonte, per capire fin dal primo impatto da quale territorio provengono i vini che ritroviamo nel calice.
Il Fiano ritrovato
Una perfetta istantanea di come Mandrarossa sia capace di innestare nella propria gamma vitigni “non autoctoni” e produrre, dopo anni di ricerche dei terreni più vocati e di sperimentazione in vigna e in cantina, vini originali ma, al tempo stesso, segnati a fuoco da un nitido marchio territoriale. A rinforzare questo concetto basti pensare a un alfiere della linea monovarietale, come il Fiano Terre Siciliane 2021 Bio, che è riuscito a strappare una straordinaria medaglia di platino al Decanter World Wine Award 2022 e un punteggio di ben 97/100, unico bianco siciliano a potersi fregiare di questo ragguardevole risultato.
Un Fiano “siculo” per un vitigno 50 anni fa quasi estinto nell’isola, che nel calice esprime una palette olfattiva di gelsomino, agrumi, basilico, alloro e foglia di pomodoro con un sorso dove le erbe aromatiche dialogano alla pari con la sua esuberante mineralità, in un tripudio di equilibrata eleganza gustativa.
La zonazione dei “terreni calcarei”
Il progetto “terreni calcarei” si affida agli studi di un pool composto dall’enologo Mimmo De Gregorio e dal tecnico vinicolo Filippo Buttafuoco di Mandrarossa, con la consulenza di Alberto Antonini e dell’Indiana Jones dei micro-terroir enologici, il cileno Pedro Parra affiancato dalla squadra di geologi dell’Università di Palermo.
Le analisi del gruppo si sono concentrate su quelle aree collinari che presentavano una dominante di roccia madre calcarea di origine marina, per puntare su qualità e territorialità estreme.
Primi frutti di questa ricerca in itinere le parcelle che hanno dato vita al Grillo in purezza Bertolino Soprano 2018 e al Nero d’Avola Terre del Sommacco 2016, entrambi presentati con lusinghiero apprezzamento nel corso dell’ultimo Vinitaly pre-pandemico, quello del 2019.
Mandrarossa…in trasferta!
Un cenno a parte, merita l’espansione extraterritoriale di Mandrarossa fuori dal Menfishire, in due pregiatissime aree come quella etnea a Linguaglossa e quella della superba Pantelleria.
Sul versante nord dell’Etna, in 4 selezionatissimi ettari situati in Contrada Valle Galfina le uve dei due genius loci, Carricante e Nerello Mascalese danno vita alla coppia di scoppiettanti etichette de Il Sentiero delle Gerle Etna Bianco e il Sentiero delle Gerle Etna Rosso, due estratti di mineralità lavica e complessità aromaticità.
Nella ventosa perla del Mediterraneo, in Contrada Karuscia, situata all’interno dell’isola, Mandrarossa vinifica invece il Passito di Pantelleria Serapias, prodotto da uve zibibbo di tre contrade differenti per creare una cuvée che si caratterizza per il sorso rotondo e avvolgente, fresco e intenso nella sua soave e mai stucchevole dolcezza.
Originali interpretazioni di un ritratto in sedicesimi di un autentico benchmark siculo come Mandrarossa, brand che identifica una solida struttura cooperativa, incessante ricerca agronomica, massima cura di tutte le fasi produttive, conduzione biologica dei vigneti e concreta attenzione alla sostenibilità ambientale.
In una sola frase, proprio quella “Sicilia che non ti aspetti” che recita il claim ma che, come accade spesso in terra sicula, è capace d’infinite sorprese e meraviglie.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!