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Il Porto rappresenta davvero un mondo a sé nell’universo enologico per una serie di fattori che lo rendono unico.
Partendo dall’area di produzione, l’Alta Valle del Douro, con le sue terrazze di vigneti che si arrampicano lungo le ripide sponde del “fiume dorato”, che dal 2001 è tutelata come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.
Di fatto l’area, sotto l’aspetto enologico, è “speciale” da diversi secoli, da quando l’illuminato Marchese do Pombal oltre a ricostruire Lisbona dopo il terribile terremoto del 1755, un anno più tardi fondò la “Companhia Geral da Agricultura das Vinhas do Alto Douro”, delimitando l’area vinicola vocata, con tanto di pietre di confine denominate pombalinos.
All’interno dei “pombalinos” sono raccolte ancora oggi quasi tutte le “quintas” (tenute) più prestigiose, come la Quinta do Noval, Quinta do Vesuvio, Quinta da Vargellas, Quinta do Bomfim, Quinta da Cavadinha, Quinta do Vau, Quinta do Malvedos.
Incastonata fra gli azulejos della graziosa chiesetta settecentesca dedicata a Sant’Eufemia e i pombalinos che ne attestano l’appartenenza alla storica delimitazione settecentesca, nei pressi di Lamego ci si imbatte in Quinta de Santa Eufemia, azienda a conduzione familiare e marchio emergente del Porto.
Nume tutelare della quinta, con il ritratto che ancora campeggia imperioso nella bacheca dei ricordi, Bernardo Rodrigues de Carvalho, fondatore nel 1864 della tenuta e bisnonno degli attuali proprietari, Bernardo e la sorella Alzira, rispettivamente direttore commerciale ed enologa.
Oggi Quinta de Santa Eufémia ha all’attivo circa 50 ettari in produzione integrata, di cui cinque con vigne di oltre 60 anni, lavorando solo uve proprie da vitigni classici come Touriga Nacional, Tinta Roriz, Amarela e Francisca ma anche Sousão, Bastardo e Moresco, coltivate ad altitudini dai 120 ai 350 metri, con terreni ed esposizioni etorogenee.
Un’azienda pioniere dei vini di “single quinta” ed una delle poche a produrre porto bianco di ottimo livello (da segnalare il vellutato 10 anni e lo strutturato 20 anni).
Da provare gli eleganti e fragranti “vintage” come i bilanciati tawny invecchiati per una gamma che copre tutte le tipologie “gerarchiche” del porto, con uno stock di vecchie annate che si fa fatica ad associare ad una realtà familiare di sole 200.000 bottiglie annue.
Una sosta diversa dai blasonate marchi storici delle grandi dinastie anglo-lusitane per spostarsi in una dimensione raccolta e capire quanto la produzione del Porto di qualità sia appannaggio anche di piccoli produttori che in alcuni casi usano ancora pigiare l’uva con i piedi nei tipici lagares di marmo in un’atmosfera di festa e di rito ancestrale che ritroviamo ritratta negli azuleios che ornano le case padronali disseminate sui fianchi del Douro.
Quinta Santa Eufemia
Parada do Bispo (Douro) - Portogallo
Tel. +351 254331970
www.qtastaeufemia.com
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola). Ma ciò che più mi entusiasma è raccontare le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli, con suggerimenti per le degustazioni, abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!