
Feudi del Pisciotto: un’oasi di stile.
10 Aprile 2025A Vinorum il Cerasuolo d’Abruzzo dà spettacolo.
Nonostante il suo vino identitario, il Montepulciano d’Abruzzo, sia conosciuto in tutto il mondo grazie a nomi come Cataldi Madonna, Cerulli Spinozzi, Ciavolich, Citra, Cornacchia, Feudo Antico, Illuminati, La Valentina, Marramiero, Masciarelli, Nicodemi, Pepe, Orlandi Contucci Ponno, Pietrantonj, San Lorenzo, Tollo, Valentini, Zaccagnini - parzialissimo elenco stilato giusto per dare idea di come convivano storiche cantine a gestione familiare e quotate realtà cooperative - l’Abruzzo rimane ancora una regione ampiamente sottovalutata rispetto al valore dei propri vini e con inesplorate potenzialità, soprattutto nell’aree interne come quella aquilana.
Per questo motivo ho accolto con piacere l’invito a partecipare all’edizione inaugurale di Vinorum - Festival del Vino d’Abruzzo, svoltosi da venerdì 16 a domenica 18 maggio nel martoriato quanto rinato centro storico del capoluogo, L’Aquila.
Un’occasione per turisti e appassionati per degustare un vasto panorama di vini regionali ma anche di scoprire le radicate tradizioni gastronomiche e le bellezze storiche e architettoniche che si celano tra le ripide coste che s’inerpicano verso il Duomo, tra facciate e chiostri di palazzi nobiliari e scorci di panorami montani che allargano il respiro.
L’iniziativa, supportata dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e con il patrocinio della Regione e del Comune dell’Aquila ha proposto degustazioni, tavole rotonde, masterclass con abbinamenti gastronomici, punti di ristoro con street-food, uniti a percorsi di approfondimento del ricco patrimonio storico-culturale della città, con luoghi aperti solo per l’occasione come il chiostro dello storico Palazzo Cipolloni-Cannella.
Proprio qui è stata allestita una pregevole masterclass dedicata al Cerasuolo d’Abruzzo, un vino simbolo della regione (e dei vini “rosa” italiani) che non smette di stupire sia per la molteplicità di sfumature gustative e di possibili abbinamenti gastronomici sia per l’incredibile longevità.
Fra le numerose referenze degustate durante l’evento, ve ne segnaliamo tre, giusto per dare l’idea della sua capacità di racchiudere all’interno della denominazione la straordinaria diversità dei terroir abruzzesi.


Da un iconico produttore come Cataldi Madonna proviene il Malandrino Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2024, declinazione in rosa della linea “Fondamentali” della storica cantina aquilana, portabandiera del comprensorio vitivinicolo di Ofena. Conosciuta nel mondo per la qualità dei propri vini grazie alla “forza tranquilla” del Professor Luigi, dal 2019 è nelle mani della quarta generazione rappresentata dalla vulcanica figlia Giulia, enologa e protagonista indiscussa della “nouvelle vague” dei vini abruzzesi.
Il suo Cerasuolo “base” (la linea Selezioni ha nell’iconico “Piè delle Vigne”, un autentico e inimitabile alfiere della denominazione, prodotto fin dal 1997) è un’esplosione di profumi di frutta rossa, fragola ed effluvi floreali di peonia, rosa e lieve ammandorlato, dal sorso diritto, schietto e comunicativo, proprio come Giulia.
Un vino equilibrato e appagante, perfetto rappresentante del terroir di Ofena (AQ), fulcro del cosiddetto “Forno d’Abruzzo”, così soprannominato per via delle alte temperature estive che, unite alle singolari condizioni pedoclimatiche e al forte sbalzo termico notturno, la rendono un’area da sempre vocata alla viticoltura di qualità.
Con il secondo, A Salire Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 di Rabottini, ci si sposta verso la costa, a San Giovanni Teatino (CH) per un’azienda giovane, costituita nel 2009 con i vigneti di famiglia da Carlo Massimo Rabottini, certosino agronomo-fitopatologo-enologo, e dalla moglie Isabella.
Fra una chiacchiera e l’altra con le sue amate vecchie viti di Montepulciano, alcune risalenti anche agli anni ’50, il filosofo ed ecosostenibile Carlo produce un Cerasuolo che risente degli influssi marini che s’intrufolano di sottecchi in un piacevolissimo vino gastronomico dal suadente color corallo.
Invitante bouquet olfattivo di fragoline di bosco, lampone, amarena e tè rosso con freschezza e sapidità in equilibrio, leggera nota iodata e finale rotondo e resistente, con un lieve residuo carbonico che rende ancor più succoso il sorso, richiamando di nuovo il calice.
Si chiude, in bellezza, con dei fini cesellatori di territorialità come la famiglia Pasquale e la loro cantina diffusa Praesidium, a Prezza, piccolo borgo-terrazza sulla Valle Peligna. Seguendo le orme del padre Enzo, Ottaviano e la sorella Antonia, passionali sperimentatori rispettosi della vigna come della tradizione, producono vini biologici nel segno di interventi minimali in vigna e in cantina. Il loro Praesidium Cerasuolo d’Abruzzo Terre Aquilane Superiore Doc 2024 nasce dalle stesse uve dei loro eleganti Montepulciano Riserva e dopo una sosta di 24-48 ore sulle bucce affina in acciaio e in bottiglia per dar vita ad un vino dall’intenso color cerasa. Non filtrato né chiarificato si presenta nel calice con profumi di frutti rossi, melagrana, rosa Thea e pepe rosa con piacevole nota minerale, dovuta ai terreni silico-calcarei da cui nasce. In bocca è fresco e sapido con piacevole chiusura fruttata ed insospettabile persistenza.
Produzione media sulle 13.000 bottiglie. Di casa in diversi ristoranti stellati.
Tre vini che rappresentano un piccolo saggio dei tanti protagonisti di questo lungo week end enologico aquilano, con le cantine impegnate a far da vettori di promozione ma soprattutto di autenticità territoriale di un esordio di una manifestazione che ha rappresentato, per dirla con le parole del Presidente del Consorzio Vini D’Abruzzo, Alessandro Nicodemi “…una straordinaria vetrina per i nostri produttori e per il patrimonio vitivinicolo abruzzese e un’occasione per mostrare quanto questo territorio sia in grado di esprimere qualità, identità e visione. Un evento in una città simbolo della resilienza abruzzese e che si prepara ad essere, nel 2026, anche Capitale Italiana della Cultura”.
E con questi auspici attendiamo la seconda edizione, sicuramente ancor più ampia e articolata, vista la concomitanza del prestigioso (e doveroso) riconoscimento alla città che storicamente è sempre stata uno scrigno di cultura e di accoglienza fin dai tempi di Papa Celestino V e della sua solidale Perdonanza.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!