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27 Febbraio 2025Un’icona della “joie de vivre” e del concetto stesso di lusso in forma di calice, come lo Champagne, la piccola perla caraibica delle Antille francesi come l’esclusiva isola di Saint Barth e la consolidata passione per entrambe della famiglia Signorini, trasformate nell’avventura imprenditoriale della linea di Champagne Rêver Ouanalao.
Già dalla scelta del nome si intuisce il taglio del progetto, nobili bollicine che intendono far sognare all’ombra delle palme e delle acque cristalline di Ouanalao, come avevano denominato l’isola gli indios Aruachi, primi nativi dei Caraibi.
Fu poi la successiva scoperta nel 1493 di Cristoforo Colombo, nel corso del suo secondo viaggio in America, a ribattezzarla Saint Barthélemy, in onore di suo fratello Bartolomeo.
Fin dal XVII secolo l’isola entrò a far parte della Compagnia francese delle Indie Occidentali, fino al 1784 quando Luigi XVI la cedette alla corona svedese in cambio di privilegi commerciali nel porto di Göteborg.
Il regno svedese la governò per oltre novant’anni, tanto che l’attuale capitale, Gustavia, prende il nome proprio dal sovrano scandinavo Gustavo III. Infine nel 1878 fu ceduta dalla corona svedese definitivamente alla Francia.
Da incantevole paradiso caraibico di appena venticinque chilometri quadrati, circondato da acque turchesi, barriera corallina e svariati isolotti minori disabitati, dal secondo dopoguerra Saint Barth è diventata rifugio esclusivo di intellettuali, artisti, star del jet-set hollywoodiano come magnati della finanza.
Da Hemingway a Pollack, da Pontecorvo a Pratt (che ambientò alcune avventure del suo iconico Corto Maltese) da Greta Garbo, a Robert Mitchum fino a dinastie imprenditoriali come i Rothschild o i Rockfeller che fino al 1983 possedevano una paradisiaca villa sul mare, incastonata fra le rocce e la vegetazione tropicale della riserva naturale di Colombier.
In tale lussuosa ambientazione Maurizio e Filippo Signorini, attestati habitué dell’isola, hanno ideato il loro progetto enologico, con l’idea di realizzare una cuvée di Champagne capace di fornire le medesime esclusive ed “oniriche” vibrazioni di un soggiorno a Saint Barth.
La gamma degli Champagne Rêver Ouanalao della Saint Barth si compone, per ora, di quattro referenze.
Il Brut Tradition (50% Pinot Meunier, 30% Chardonnay e 20% Pinot Noir), il Réserve (50% Chardonnay, 30% Pinot Noir e 20% Pinot Meunier), il Blanc de Blancs (100% Chardonnay) e il Rosé (50% Pinot Meunier, 30% Chardonnay e 20% Pinot Noir), tutte prodotte a Monthelon, un piccolo villaggio nel Coteaux Sud d’Epernay, elaborato dal “propriétaire-récoltant” Sylvain Pienne, per conto della famiglia Signorini.

Recentemente abbiamo avuto occasione di degustare due delle quattro etichette, il Brut Tradition e il Réserve e li abbiamo trovati immediati e seducenti, in linea con la solare idea produttiva.
Il Brut Tradition, ha un dosaggio di 7 grammi/litro e si presenta nel calice con un giallo paglierino pallido con leggeri riflessi dorati. Perlage fine e persistente che veicola un olfattivo fruttato di pesca bianca, albicocca e susina con uno sfondo di fiori bianchi e note lievitate. Sorso dove dominano le sensazioni fruttate con bella freschezza e buona cremosità.
Perfetto da aperitivo si presta bene ad associarsi a grigliate di pesce, crostacei o formaggi a pasta molle come il Camembert o semidura come un giovane Comté de Jura.
Il Réserve, con un dosaggio leggermente più basso, di 6 grammi/litro, si propone con un brillante giallo paglierino con decisi riflessi dorati.
Bollicine fini e persistenti che al naso esprimono una palette olfattiva di frutta a polpa bianca, fiori di sambuco, caprifoglio, frutta secca, spezie dolci e note fumé. Al palato è fresco e vivace con un lieve finale gessoso che ne esalta la persistenza gustativa.
Uno champagne decisamente da tutto pasto, che si esprime al meglio con carpacci di pesce o un Plateau Royal ma a suo agio anche con qualche piatto tipico delle Antille francesi come il riso con gamberi alla creola o le semplici ma gustosissime Accras de moure.
Entrambi trasognanti bollicine per sentirsi proiettati, in un sorso, dalle tipiche brume autunnali della Montagne de Reims alle raccolte baie, candide spiagge e cristalline acque caraibiche della meravigliosa Saint Barth.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!