
Lungarotti: la famiglia del vino umbro.
28 Novembre 2024Letrari: le “bollicine di montagna” come tradizione familiare.
Nella mia rubrica di Bell’Italia, questo mese in edicola vi porto in Trentino, non sulle piste da sci ma sui vigneti dove Lucia e Margherita Letrari danno vita ai loro sontuosi tagli bordolesi ma soprattutto alle leggiadre e complesse “bollicine di montagna”, referenze metodo classico che da decenni fanno incetta di premi nelle guide di settore.
Ma la passione dei Letrari per la viticoltura viene da lontano e precisamente da un uomo d’armi che, ad un certo punto della propria esistenza scelse di optare per la vita di campagna e la coltivazione della vite stanco di battaglie e di combattimenti. Inizia così, nel 1647, la loro centenaria storia vinicola, da quella micro parcella di Borghetto d’Adige dell’avo Stefano Letrari che tre secoli dopo Leonello raccoglie come ideale testimone familiare. Si diploma in enologia al prestigioso Istituto “Edmund Mach” di San Michele all’Adige e si pone subito fra i primi sostenitori nell’area della sperimentazione degli uvaggi bordolesi e degli spumanti metodo classico, che sarebbero poi diventate le mitiche “bollicine di montagna” del Trentodoc.
Nel 1976, insieme alla moglie Maria Vittoria, nasce la prima etichetta e nel frattempo la figlia Lucia seguendo le orme paterne si diplomando anche lei all’ Istituto “Edmund Mach” e lo affianca nello sviluppo delle sue visionarie idee come quella di selezionare le uve Marzemino per valorizzare l’omonimo e leggiadro vino trentino decantato da Lorenzo da Ponte nel libretto del “Don Giovanni” mozartiano.
Oggi l’azienda, diretta da Lucia dopo la scomparsa di Leonello nel 2017, ha 12 ettari vitati disseminati nelle aree più vocate della Vallagarina e una nuova cantina a Rovereto. Negli accoglienti spazi l’ultima generazione di famiglia rappresentata da Margherita aiuta la madre Lucia nell’illustrazione ai tanti enoturisti delle caratteristiche dei corposi tagli bordolesi di casa Letrari, come il Ballistarius ma soprattutto delle eleganti e pregiate bollicine di Trentodoc.


Etichette come l’ammiraglia Riserva del Fondatore Brut 976, capolavoro di finezza, cremosità e struttura che aspetta pazientemente 120 mesi sui lieviti prima di essere imbottigliato o la sua affascinante signora in rosa, la Riserva Brut Rosé +4, che di anni ne passa da un minimo di 8 ad un massimo di 10 per ricamare la sua veste rosa antico, rappresentano referenze che lasciano il segno nella piramide qualitativa della denominazione e nel cuore dei numerosi affezionati consumatori degli spumanti Letrari.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!