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26 Luglio 2024L'anima ribelle dei vini siciliani di Flavia Rallo
La Sicilia è da millenni una terra vocata per la viticoltura ma indubbiamente in questi ultimi anni in ogni angolo dell’isola nascono nuove cantine (spesso guidate da giovani generazioni vuoi figli/e d’arte vuoi incoraggianti emigrazioni di ritorno).
L’enoturismo fa registrare numeri in costante crescita e dalla primavera all’autunno non mancano pregevoli iniziative di valorizzazione territoriale, sparse fra le multiformi aree enologiche delle doc e docg isolane.
In questo contesto si inserisce la Flavia Rebellious Wines di Flavia (enologa) e del fratello Giacomo, giovane quarta generazione della famiglia Rallo di Marsala che nel loro progetto applicano una filosofia produttiva che, come si legge nella presentazione “…tende alla valorizzazione della pura essenza del vino e della sua natura, praticando tecniche di coltivazione e produzione sostenibili, biologiche e non invasive.”
Assaggiando alcune loro etichette mi è parso riuscito l’approccio ai vitigni autoctoni siciliani con un occhio alla tradizione familiare e un altro ai gusti contemporanei, sempre condito da concreta attenzione alla sostenibilità ambientale.
Due le aree territoriali di provenienza dei vitigni utilizzati per la loro produzione che anche in questo caso alternano la tradizione di famiglia (Marsala) e parcelle più recenti (area etnea), acquisite dai Rallo circa una decina d’anni fa.
Tutti i “Rebellious Wines” di Flavia e Giacomo sono vini non chiarificati né filtrati, in qualche caso (come per il Pet-Nat) velati dalla fermentazione unica del “metodo ancestrale” ovvero con i lieviti esausti all’interno delle bottiglie.
Vini naturali ottenuti in conduzione biologica dei terreni e nel rispetto del territorio, senza additivi aggiunti, a bassissimo contenuto di solfiti e con interventi, in vigna come in cantina, limitati al minimo indispensabile.
Quattro i vini degustati, i primi due provenienti dalle scure terre vulcaniche dei vigneti posti dai 750 ai 900 metri s.l.m. sul versante settentrionale della Doc Etna, tra le contrade Zottorinoto e Puntalepalino, a Solicchiata frazione del comune di Castiglione di Sicilia, a quota 750-900 metri s.l.m.
Partiamo proprio dall’ultimo arrivato, ad una manciata di mesi dall’immissione sul mercato, il Pét-Nat 2023, metodo ancestrale biologico. L’ultimo figlioccio di Flavia Rallo è un sur-lie, di fattura moderna e gusto intrigante, pétillant come direbbero i francesi, con una pressione di poco più di 2 atmosfere, ideato con la collaborazione del collega enologo e amico Gaspare Signorelli, appassionato sperimentatore di originali spumantizzazioni (e non solo) dei vitigni autoctoni siciliani.
Da uve Catarratto in purezza nel calice si presenta con un bel giallo paglierino (velato dai lieviti in sospensione) che esprime profumi di zagara, salvia, timo, pesca bianca e note agrumate. Il sorso è fresco, di vibrante acidità bilanciata da un leggiadro fruttato che chiude con un finale lievemente amaricante e sentori di uva spina. Un vino senza dubbio ideale da aperitivo, per affrontare con nonchalance la calura estiva ma che si beve bene in tutte le stagioni.
Si parte da 4.000 bottiglie (con l’intento il prossimo anno di aumentare la produzione) ad un prezzo al pubblico di 18,40 €.
Rimanendo sui suoli etnei, con il secondo assaggio siamo agli antipodi per tipologia, struttura e complessità, trattandosi dell’etichetta di punta dei vini prodotti dai Rallo su “A Muntagna”, l’Etna Rosso Dop Prephylossera 2015.
Nerello Mascalese all’80% (completato dal 20% di Nerello Cappuccio) da vigne centenarie, prefilossera, che in questa “limited edition” di sole 5.300 bottiglie, esprime tutta la potenza vulcanica e l’eleganza del vitigno principe dei rossi etnei, ancor più quando i grappoli provengono da vigne tanto antiche, con bassissime rese.
Quattro anni di affinamento in tonneaux di rovere di Slavonia e un ulteriore anno in bottiglia per un “bimbo” di nove anni, che forse sarebbe stato il caso di aspettare la maggiore età per stapparlo all’apice della sua longevità, vista la freschezza che ancora riesce a trasmettere nel calice. Il suo intenso rosso rubino al naso intreccia sensazioni di frutta rossa, ciliegia sotto spirito, spezie dolci, tabacco, erbe aromatiche e una piacevole nota balsamica. In bocca il sorso è pieno e profondo, con una fitta e integrata trama tannica di grande finezza, con scia minerale e lunga persistenza.
Da pappardelle al ragù di cinghiale. Prezzo al pubblico 58 €.
Dopo questi due vini prodotti dalle vigne etnee scarto ad occidente verso i terreni aviti del bisnonno Francesco Rallo che nel 1860 acquisì i suoi primi appezzamenti di terreno in contrada Baiata vicino Trapani.
Dai vigneti situati sui suoli di origine marina del versante nord del trapanese, tra le contrade Birgi e Paolini, poco lontano dalla Riserva dello Stagnone e dalle Saline, Flavia e Giacomo coltivano gli autoctoni Grillo, Nero d’Avola, Frappato, Perricone e Zibibbo. Le due referenze degustate Avà e Maddà, si presentano nell’originale della bottiglia da 1 litro, entrambe caratterizzate da un taglio di consumo più immediato.
La prima, Avà, è un 100% Grillo, Terre Siciliane IGP 2022, biologico, perfettamente fedele alle caratteristiche territoriali che il vitigno assume sui terreni calcarei dell’agro marsalese. Pressatura soffice, affinamento in acciaio e due mesi in bottiglia per un bianco che si presenta con un giallo paglierino con riflessi verdolini e al naso propone un bouquet di agrumi mediterranei, frutta esotica e fiori bianchi. Un vino avvolgente e delicato, con un ottimo equilibrio tra sapidità e freschezza, versatile, contemporaneo, da accompagnare un risotto di pesce come degli scampi alla griglia.
12.000 le bottiglie prodotte con prezzo al pubblico di 17,50 €.
La seconda, Madda, Nerello Mascalese Terre Siciliane IGP 2022, sempre biologico, è la versione in rosa del principe etneo, il Nerello Mascalese, vitigno diffuso in altre aree dell’isola ma che sui fianchi de “A Muntagna” vive la sua epifania qualitativa. In questo caso però il Nerello Mascalese proviene dalla zona di origine dei Rallo, l’area a ridosso delle saline marsalesi, da vigneti di circa 15 anni poggiati su suoli calcarei a 250 metri slm, con fermentazione spontanea delle uve in acciaio con lieviti autoctoni, malolattica e affinamento di un mese in barrique e 2 mesi in bottiglia.
Dal color buccia di ciliegia si presenta con un bouquet elegante e seducente di arancia rossa, melagrana e rosa Thea con note minerali. In bocca è snello e fresco, con scia agrumata-iodata nel finale. Un rosé di facile beva e discreta struttura che grazie alla sua versatilità regge bene anche l’intero pasto.
10.000 le bottiglie prodotte con prezzo al pubblico di 17,70 €.
Quattro vini decisamente “ribelli” nello stile interpretativo che, come accade nei passaggi generazionali, sono frutto di un approccio che, pur senza sconfessare i consigli degli “anziani”, aggiunge quell’ardore sperimentativo, necessario a modificare consuetudini e a raggiungere nuovi traguardi. Quelli che auguriamo di cuore a Flavia e Giacomo.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!