Il Trentodoc Rosé Extra Brut di Maso Martis miglior rosato del mondo
13 Gennaio 2024Slow Wine Fair torna a Bologna
9 Febbraio 2024Sulle sponde del Neusiedler See per scoprire i grandi vini del Burgenland.
Il Burgenland, l’antica Pannonia, è un Land di storica vocazione vinicola, vanto ed orgoglio dell’Austria enologica, tanto da essere stata il primo a dotarsi di proprie DAC (Districtus Austriae Controllatus), l’equivalente delle nostre DOC.
Un retaggio qualitativo che affonda le sue radici nel Medioevo tanto che il borgo di Rust, famoso per i suoi nidi di cicogne e per i suoi bei palazzi in stile magiaro d’epoca rinascimentale, nel 1524 ottenne da Maria d’Asburgo, regina d’Ungheria, il diritto di imprimere a fuoco una grande “R” sulle botti del proprio vino, in maniera da identificarne l’origine.
Una delle zone enologicamente più celebrata è quella che si estende lungo le sponde del lago Neusiedl, dal 2001 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, con i suoi canneti che si stagliano nella vasta steppa pannonica e che grazie al particolare microclima oltre ad essere meta di uccelli migratori, garantisce nei tiepidi autunni l’umidità necessaria alla formazione della Botrytis Cinerea.
Il prezioso fungo “nobile” che attaccando gli acini e concentrandone aromi e peculiarità gustative dà luogo a straordinari vini dolci, stile Sauternes, con vitigni tipici dell’areale come Muscat Ottonel, Welschriesling, Sämling 88, Muskateller e Grüner Veltliner.
Clima e terreni che instillano personalità e profumi anche a prestigiosi rossi incentrati sugli autoctoni Blaufränkisch e Zweigelt.
Il punto di partenza del nostro tour non poteva che essere la capitale del Land, Eisenstadt, raccolta intorno all’imponente Palazzo dei Principi Esterházy casata di origine ungherese che ha segnato la storia della regione, nota per aver accolto a corte come maestro di cappella il grande musicista e compositore Joseph Haydn. Tutta la città ruota intorno a questi due nomi, con il fulcro nella antica magione nobiliare, sede di mostre e concerti, che all’interno ospita la maestosa Sala Haydn dall’acustica talmente perfetta da rientrare nella top ten mondiale delle sale da concerto. Ma le orme del bonario compositore, stimassimo dal giovane Mozart, aleggiano anche nella sua casa-museo in Haydngasse e nella chiesa che frequentava e dove oggi riposa, la Bergkirche, originale complesso incastonato in una piccola collina a pochi passi dal Palazzo. Adiacente alla chiesa il Kalvarienberg, antico e inconsueto percorso di culto con le stazioni della via Crucis impreziosite da statue e accolte in grotte e anfratti.
Gli eroici vini d’alta quota all’ombra di sua maestà il Monte Bianco
Come ci mostrano gli splendidi affreschi quattrocenteschi del Castello di Issogne, a dispetto del clima, il vino ha sempre avuto un ruolo di rilievo nella vita dei valdostani, fin dai tempi della romana Augusta Praetoria.
Una viticoltura eroica, fatta di piccoli numeri e grande qualità, concentrata sulla “rive gauche” orografica della Dora Baltea, più esposta ai raggi solari e di conseguenza insediamento privilegiato per i vigneti, ospitati nei terrazzamenti con muretti a secco che si inerpicano, come alpinisti, sui fianchi delle montagne.
In questo scenario la Cave du Mont Blanc di Morgex rappresenta una realtà singolare. Fondata nel 1983 la cantina cooperativa ha il merito della rinascita dell’autoctono Prié Blanc, vitigno di probabili origini vallesi o savoiarde, protagonista della sottozona Blanc de Morgex et de La Salle, la denominazione più alta d’Europa, con vigneti che si spingono fino a quasi 1200 metri di quota.
“Stoffa aristocratica e di eccezionale razza”, come lo definì il grande Luigi Veronelli, il Prié Blanc è un vitigno capace di adattarsi a situazioni climatiche estreme e resistere alle falcidianti gelate primaverili. Grazie all’acidità che lo contraddistingue e al meticoloso lavoro coordinato dal giovane e energico neopresidente Nicolas Bovard, l’alfiere bianco della cantina di Morgeux in bottiglia assume le sembianze del premiato Blanc de Morgex et de La Salle dello storico vigneto La Piagne, delle fragranti bollicine estreme di XT o dei pregiati sorsi di un soave vin de glace come lo Chaudelune.
CONDIVIDI L'ARTICOLO
Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!