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20 Giugno 2024Podere Sapaio: la passione toscana di Massimo Piccin
Questo mese nella mia rubrica di "Bell'Italia" vi accompagno in quel di Bolgheri, nell’Alta Maremma livornese, per conoscere i vini che Massimo Piccin produce nel suo Podere Sapaio. Una striscia di fertile terra toscana stretta fra le ultime propaggini delle Colline Metalliffere che degradano verso la suggestiva Costa degli Etruschi che, grazie alla straordinaria intuizione di un geniale nobiluomo di campagna come Mario Incisa della Rocchetta e alla sua passione per i vitigni bordolesi, si è trasformata in una sorta di italico Médoc, rendendola famosa in tutto il mondo grazie al suo vino simbolo, l’iconico Sassicaia.
A questa folta schiera di appassionati appartiene anche Massimo Piccin, visionario ingegnere nativo di Vittorio Veneto il quale, a dispetto della laurea e dell’avviata attività edile familiare, nel 1999 segue la sua passione per il vino e acquista a Castagneto Carducci 10 ettari con annesso casale, creando Podere Sapaio.
Con gli anni gli ettari diventano 40 di cui 25 vitati, distribuiti fra Castagneto Carducci e Bibbona e dedicati ai vitigni bordo-bolgheresi Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot.
Vitigni declinati in due sole etichette: il pluridecorato Sapaio e il second vin Volpolo, entrambi firmati da un guru dei supertuscan come l’enologo fiorentino Carlo Ferrini.
Insieme hanno modellato l’identità dei due vini aziendali, che fin dalla scelta del nome guardano alla tradizione, essendo la traslitterazione di antichi vitigni toscani, la sapaia e la volpola.
Conduzione biologica dei vigneti, massima attenzione alla preservazione dell’apporto varietale delle singole componenti della cuvée nel rispetto dell’andamento climatico, fanno di Sapaio un cavallo di razza dell’aerale, contraddistinto da corpo, carattere e decisa connotazione territoriale.
Un cenno merita anche la recente avventura di Piccin, questa volta nell’area protetta dell’Isola del Giglio.
A ridosso del Faro del Fenaio, da un fazzoletto di vecchie vigne ha dato vita alla scommessa del Paradiso dei Conigli, dove eroicamente produce poche centinaia di bottiglie di un prezioso vino a base Ansonica, Le Secche, per sua stessa definizione “bianco utopico”.
Come per dire che Piccin non sarà il Cappellaio Matto di Lewis Caroll ma di certo non smette di tirar fuori idee folli dal suo, ormai toscano, enoico cilindro.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!