Slow Wine Fair
23 Febbraio 2023Vinitaly 2023: Verona brinda all’edizione n. 55.
29 Marzo 2023Le mie rubriche di Marzo su Bell’Italia e InViaggio.
Gli articoli che trovate questo mese in edicola nelle riviste del Gruppo Cairo-Corriere della Sera.
InViaggio - La Provenza (enologica) meno nota dell’AOC Cassis
Nel consueto numero di inizio primavera dedicato alla Provenza propongo un itinerario enologico meno battuto, ovvero quella, molto concentrato dal punto di vista geografico, relativo alla AOC Cassis.
Denominazione che insiste, caso alquanto raro, esclusivamente nel territorio cittadino, l AOC Cassis è stata la prima denominazione di tutta la Provenza, istituita addirittura nel 1936, coeva di blasonati terroir come Châteauneuf-du-Pape e Sauternes, giusto per sottolineare la considerazione di cui gode per i francesi.
Il “vigneto urbano” di Cassis è costituito da circa 215 ettari sparsi fra la frastagliata costa e la fertile conca che sale verso Roquefort-la-Bédoule. Una decina di ostinati viticoltori producono poco più di un milione di bottiglie l’anno, dove i protagonisti sono i profumati bianchi, con una quota di ben 80% sul totale (altra caratteristica peculiare rispetto al resto della regione).
Inoltre, dal 2012, tutti gli appezzamenti dell’AOC Cassis sono inseriti nel Parc National des Calanques, unica denominazione francese totalmente all’interno di un parco nazionale.
Un nettare pregiato che ha negli autoctoni Clairette e Marsanne i suoi vitigni cardine, completati nelle cuvée da percentuali di Ugni Blanc, Sauvignon, Bourboulenc e Pascal Blanc.
E’ il microclima di Cassis a creare le condizioni ideali per esprimere al meglio i profumi dei suoi blanc de blancs, con i grappoli coccolati dalle circa 3.000 ore di sole l’anno e protetti dal maestrale che, mitigato dalla vegetazione e dalla posizione, garantisce ventilazione, salubrità degli acini e la cifra iodata e di erbe aromatiche che ne costituisce l’identità olfattiva.
Bell’Italia - Enrico Serafino
La storica rivista di turismo da 14 anni ospita la mia rubrica “Cantine d’Italia”.
Questo mese parlo di un marchio noto in tutto il mondo come Enrico Serafino, 145 anni di vendemmie che raccontano un vissuto tutto piemontese fatto di terra, vino e cura artigianale.
Fondata nel 1878 dall’omonimo intraprendente rampollo di una benestante famiglia del Canavese, rappresenta una delle più storiche realtà del Roero.
In questo articolo mi sono concentrato su una parte della sua produzione, quella dell’Alta Langa docg, il progetto di bollicine metodo classico a cui l’Enrico Serafino ha aderito fin dagli esordi.
Nel box degustazione ho preso in esame lo spumante metodo classico Zero Pas Dosé 2017, raffinate bollicine di soli grappoli di Pinot Noir, senza dosaggio, che ben rappresentano lo stile della casa di Canale d’Alba.
Una bottiglia che, dopo i suoi lunghi 72 mesi di affinamento sui lieviti, propone un sorso equilibrato ed innervato di una decisa vena sapida.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!