I “vini ribelli” di Flavia e Giacomo Rallo.
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La campagna e le prime colline a ridosso del Lago di Garda sono sempre stati territori molto vocati per la viticoltura. Sia per la fertilità dei suoli sia per la regolazione termica e i costanti venti del lago come l’Ora e il Pelèr garantiscono ai grappoli salubrità e concentrazione dei profumi.
Tra le diverse zone vinicole del Garda ci soffermiamo su una non ancora nota come meriterebbe, quella del Lugana DOC, situata leggermente a ridosso delle sue sponde meridionali e che prende il nome dall’antica presenza della Selva Lucana.
Precisamente a Montonale, frazione di Desenzano del Garda dove facciamo la conoscenza dell’omonima cantina dei fratelli Girelli (Roberto, enologo, affiancato da Claudio e Valentino) che al Turbiana, l’autoctono noto anche come Trebbiano di Lugana, immolano con palpabile passione buona parte delle loro fatiche enologiche e con risultati davvero lusinghieri.
35 gli ettari vitati, poggiati su terreni argillosi-calcarei che donano finezza ed eleganza ai loro pregiati bianchi a base Turbiana.
Come l’Orestilla 2021 l’ammiraglia della Montonale, mono-cru complesso e affascinante, prodotto in meno di 8.000 bottiglie e designato miglior bianco monovarietale al Decanter World Wine Awards 2017.
Un vino di solida struttura, che sosta 8 mesi sulle fecce nobili con costanti bâtonnage e poi in bottiglia per almeno altri dieci mesi.
Nel calice si presenta con una palette olfattiva di frutta a polpa gialla, macchia mediterranea, lievi note erbacee e sbuffi minerali. Sorso sapido e avvolgente di lunga persistenza gustativa. Un bianco elegante e longevo, ottimo per domare, senza scomporsi, l’impegnativa cucina di pesce gardesana.
Montunal è invece il best-seller della casa, che da solo assorbe circa i due terzi della produzione totale, attualmente attestata sulle 150.000 bottiglie. Un perfetto rappresentante dell’areale e dello filosofia enologica di Roberto Girelli che nel millesimo 2023 nel suo brillante giallo paglierino apre a note floreali di ginestra e camomilla e frutta tropicale (ananas e passion-fruit) con scie balsamiche e, anche in questo caso, innervato da una sapida mineralità.
Gustativo che mostra l’ottimo equilibrio tra struttura e sapidità con sorso rotondo e rinfrescante e decisa persistenza.
Da risotto ai frutti di mare o coda di rospo al forno.
A chiudere la triade l’ultimo arrivato, il Primessenza 2020, Spumante Brut Metodo Classico, sempre da soli grappoli dell’autoctono gardesano. Una nuova sfida per i Girelli che, grazie al lavoro in vigna e in cantina, forniscono ai selezionati grappoli di Turbiana la spalla acida necessaria alla rifermentazione in bottiglia per un brut che riposa almeno 30 mesi in bottiglia prima della sboccatura.
Il luminoso giallo paglierino svela un perlage fine e delicato che veicola profumi di nettarina a polpa gialla e floreale di biancospino e sambuco. Nitida nota di pane appena sfornato, scorza di limone e lievi residui resinosi per un sorso in cui ritroviamo la componente agrumata e fruttata e una cremosità che pulisce perfettamente il palato e richiama il prossimo sorso.
Estremamente versatile si presta ad accompagnare l’intero pasto ma dà il meglio di sé con un crudo di mare o una tartare di ricciola.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!