Pantelleria, la perla nera del Mediterraneo e i suoi vulcanici vini
20 Novembre 2023Derthona 2.0: il Timorasso si presenta
10 Giugno 2024Kaltern, la storica cantina cooperativa di Caldaro, ha presentato al Ristorante Benso di Bologna le ultime annate della sua linea di punta, la Quintessenz.
Un tipico borgo d’Oltradige racchiuso fra il suo lago e un tappeto di vigneti. Caldaro si presenta così, con le due stelle polari che hanno accompagnato la la vocazione mercantile e vinicola dei propri abitanti e che hanno visto erigere le eleganti residenze nobiliari secondo l’originale Überetscher Baustil, bilanciato mix di gotico nordeuropeo ed elementi rinascimentali.
Nel borgo il vino è di casa da secoli visto il primo documento che fa riferimento al “vino di Caldaro" è addirittura del 1220 ma la tradizione è certamente più antica considerato che già nel 1250 si menziona addirittura un’unità di misura enologica propria, l’Urna de Caldarium. Il microclima mediterraneo del lago, la protezione naturale dai venti alpini e i fertili terreni hanno creato l’habitat ideale per la vite e luogo privilegiato per produrre vini di qualità.
In questo scenario si inserisce la storia di una istituzione più che centenaria come la Cantina Kaltern, che dopo continui e proficui accorpamenti, oggi rappresenta la sintesi quasi totale dei viticoltori di Caldaro, con ben 650 soci e oltre 450 ettari vitati.
Nella cornice di una ritrovata firma iconica della ristorazione bolognese, il Ristorante Benso, oggi affidato alla creatività ai fornelli di Corrado Parisi, la cantina altoatesina ha presentato le ultime annate della sua linea di punta, Quintessenz, che, come identifica perfettamente il nome, convoglia in bottiglia le migliori uve provenienti dalle parcelle più vocate per dar vita ad una magnifica cinquina di varietà territoriali come Pinot Bianco, Sauvignon Blanc, Schiava, Cabernet Sauvignon e Moscato Giallo (in versione passita).
Alla presenza dell’enologo Thomas Scarizuola e del Direttore Vendite Christoph Fischer sono sfilate, insieme ai piatti abbinati da Parisi, le cinque nuove annate. Precedute, con gli iniziali amuse bouche (Cuscino di pane con cremoso di pane e culatello, Fish & Chips alla mediterranea, Chorizo di polpo, Taco all’aglio ordino con battuta di manzo e mousse di caprino e Bruschetta al pomodoro 2.0), dall’elegante “fuori quota” Brut Nature 2018, fragranti e corpose bollicine metodo classico con 48 mesi di sosta sui lieviti, ottenute da una bilanciata cuvée di Chardonnay e Pinot Noir provenienti dai vigneti ai piedi del Passo della Meldola.
Quando dalla cucina si è materializzata la “Millefoglie di alici marinate, peperoni confit, croccante di olive nere e vinagrette al cipollato balsamico” è arrivato il momento del Quintessenz Pinot Bianco 2021, svezzato sui terreni calcarei di St. Nikolaus posti a 550-600 metri di altitudine. Il suo intenso giallo paglierino con riflessi verdolini nel calice esprime una ampia palette olfattiva fruttata (di mela e melone gialli), erbe officinali e fiori di camomilla secchi e lieve finale minerale. Sorso armonico e appagante, ampio e piacevole, con finale sapido e persistente.
A seguire, associato al “Baccalà mantecato, pop corn di cotica, crema di cipolla bruciata e carciofo di Gerusalemme alla brace” il Quintessenz Sauvignon 2021, con le uve provenienti dal vigneto di Pianizza di Sopra, che con la sua esposizione ad est e i 500 metri di altitudine si caratterizza per l’ottima soleggiatura e la grande escursione termica durante il periodo di maturazione, caratteristiche che enfatizzano la palette olfattiva. Al naso il fruttato tropicale si associa a mela golden, pesca bianca, ribes, effluvi agrumati e pietra focaia mentre al palato la sua decisa mineralità, dovuta agli strati di porfido e granito presenti nel vigneto, fa il paio con la suadente e sapida croccantezza e l’eleganza del finale.
Con il genius loci, la Schiava in purezza che dà vita al Quintessenz Kalterersee Classico Superiore 2022 Corrado Parisi ha azzardato (con successo) un complesso “Riso al basilico, aglio orsino mantecato con provola affumicata, polvere di capperi, cozze e limone candito”.
Su un diorama di spunti gustativi come questo lo schietto (e in gran spolvero qualitativo) vitigno caldarese ha mostrato tutta la sua bevibilità associata ad una struttura di gran lignaggio. Merito delle vigne di 40-50 anni, ancora coltivate nel tradizionale sistema a pergola, con produzione limitata che nei terreni argilloso-calcarei di St. Josef donano al suo rosso rubino brillante i fragranti profumi di ciliegia, frutti rossi e un leggero ammandorlato.
In bocca è pieno e rinfrescante, con i tannini ben levigati che donano rotondità gustativa e una fruttuosità che si prolunga ben oltre il sorso e che invita subito ad un altro calice.
Con il passaggio ai secondi rappresentati dalla “Lombata di coniglio al cuore di gambero rosso di Sicilia, la sua coscia alla stimpirata, cicoria e il suo fegato in rocher di cipolle” si è fatto avanti il Quintessenz Cabernet Sauvignon Riserva 2020, intenso fin dal suo color carminio brillante che s’impone imperioso nel calice. I selezionati grappoli provengono da vigneti a circa 250 metri slm situati nelle aree più calde intorno al lago e su terreni alluvionali, combinazione che, unita alla scarsa resa per ettaro, dona struttura e qualità.
All’olfattivo il caratteristico speziato si svela in chiodi di garofano, pepe di Sichuan, cannella, cacao, oltre a gelso nero, liquirizia e note balsamiche.
Al gustativo il tannino è dolce nonostante la potenza e con soave piacevolezza arrotonda le papille con un finale di tabacco Kentucky e riverberi tostati.
Finale in dolcezza con “Come un pomodoro. Bavarese di ricotta amarene e pistacchio”, piatto maritato al suadente Quintessenz Moscato Giallo Passito 2019. Una vendemmia tardiva di uve Moscato Giallo con successivo appassimento in fruttaio per cinque mesi al fine di ricavare questo nettare che è il risultato di una resa bassissima con soli 18 litri di mostro su ben 100 kg di uva fresca. 24 mesi di affinamento in tonneau per distillare il suo giallo oro antico che brilla nel calice ed espande profumi di frutta esotica (soprattutto maracuja e mango), scorza d’arancia, litchi e albicocche disidratate.
Sorso sontuoso e avvolgente che grazie alla sua vibrante acidità garantisce una beva per nulla stucchevole e una piacevolissima persistenza fruttata.
Una chiusura perfetta di sipario per queste cinque nitide sintesi enologiche di altrettanti vitigni alfieri dell’Alto Adige, proprio come Kaltern e Caldaro lo sono per la Strada del Vino che, fra mosaici di vigneti, scorre lungo le sponde del suo lago, risalendo il corso del fiume in un paesaggio da cartolina…e da calici.
CONDIVIDI L'ARTICOLO
Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!