Trattoria Scaccomatto: estro e tradizione
11 Febbraio 2023In Compagnia… del Cioccolato.
6 Aprile 2023San Domenico: quasi 50 anni di doppia stella Michelin e non sentirli.
IMOLA (BO) - Se alla Ferrari scoprissero il segreto del San Domenico dell’eccezionale tenuta delle “sue” Michelin, le Rosse di Maranello tornerebbero ad essere campioni del mondo.
Permettemi questo azzardato parallelismo ma in una città come Imola dove la Formula 1 è praticamente un concittadino con tanto di residenza la doppia anima della più celebrata guida gastronomica che prende il nome della famosa casa produttrice di pneumatici, si presta all’azzardato paragone.
Eh sì perché dal 1977 ad oggi il ristorante creato nel 1970 da quel profeta dell’italian style (gastronomico e non) come il compianto Gianluigi Morini, non si è mai fermato al pit-stop, mantenendo ininterrottamente la doppia stella dell’altra Rossa, la Guida Michelin.
Quasi mezzo secolo di continuità stellare che lo pone di fatto nell’Olimpo della gastronomia a livello europeo.
Unico bistellato in tutta l’area metropolitana bolognese e in regione affiancato, in questa edizione 2023, solo dalle due stelle del Magnolia di Longiano e dall’inossidabile astro a tre punte della Francescana di Massimo Bottura.
Lasciatisi alle spalle i due anni di pandemia in questo 2022 il San Domenico ha ripreso a macinare ospiti ed eventi con il geniale “enfant prodige” Max Mascia che continua a dirigere la sua brigata con sicurezza da veterano ed umiltà da stagista.
Scorrendo la carta, al di là delle variazioni stagionali si percepisce nitida quella linea di continuità che partendo da Gianluigi Morini e dal novecentesco “cuoco dei re e re dei cuochi”, Nino Bergese, s’innesta nel suo talentuoso allievo Valentino Marcattilii, coniugando tradizione italiana e immersioni nelle cucine “alte e altre” arriva, come un prezioso amuleto, nelle mani del nipote Max Mascia.
Arredamento curatissimo e misurato, selezionate opere d’arte alle pareti, accoglienza in sala garantita da quel “maestro di cerimonia” che è Natale Marcattilii, che con stile d’altri tempi accoglie gli ospiti come nel salotto di casa propria, magari inanellando qualche aneddoto sui tanti riconoscimenti o concedendo un passaggio nella monumentale cantina del ristorante.
Fra le arcate e i corridoi d'epoca rinascimentale sono stipate migliaia di bottiglie raccolte negli anni prima da Nino Bergese e poi dai fratelli Marcattilii, che per fascino e densità di annate rare ed etichette storiche rappresenta un viaggio nella storia dell’enologia italiana contendendosi la palma di migliore d’Italia forse solo con quella della tristellata Enoteca Pinchiorri a Firenze.
Un’avventura non solo gastronomica ma esperenziale per concedersi una full immersion in mezzo secolo di “alta cucina” italiana ma con un respiro che guarda al mondo, dall’alto di una lunga storia ma sempre vissuta con calibrata modesta e indiscutibile classe…in pole position.
CONDIVIDI L'ARTICOLO
Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola). Ma ciò che più mi entusiasma è raccontare le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli, con suggerimenti per le degustazioni, abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
Calici in spalla, dunque, si parte!