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24 Agosto 2024La quarta edizione di Derthona 2.0 ha presentato in anteprima a Tortona l’ultima annata del famoso autoctono, sempre più protagonista fra i bianchi piemontesi.
I Colli Tortonesi, fertile lembo di Piemonte incastonato tra il Monferrato e l’Oltrepò, hanno nel vitigno Timorasso, il proprio indiscusso ambasciatore enologico.
Il “bianco cavaliere” alessandrino che qui prende il nome di Derthona, antica denominazione romana di Tortona, è attestato in zona fin dall’epoca medievale e per peculiarità olfattive, gustative e longevità rientra di diritto nella ristretta cerchia dei grandi bianchi piemontesi.
Dopo aver rischiato l’estinzione, a vantaggio di vitigni più produttivi e meno bizzosi, grazie all’opera pioneristica di una piccola schiera di visionari produttori capeggiati da Walter Massa, autentico guru della denominazione, in poco più di tre decenni si è passati dall’ettaro scarso ai quasi 400 attuali.
Segnale di un rinascimento meritato di questo nobile vitigno che ha nell’attivo Consorzio di Tutela, nato nel 1999 e oggi guidato con piglio imprenditoriale da Gian Paolo Repetto, uno strumento di rilancio e valorizzazione territoriale, come ha dimostrato la quarta edizione di Derthona 2.0, ospitata il 6 e il 7 aprile al Museo delle Macchine Agricole Orsi.
Negli oltre 50 banchi di assaggio si è potuto constatare come i vini provenienti dalle sei valli tortonesi denotano differenze notevoli pur mantenendo quella spiccata acidità e decisa mineralità che identifica il vitigno.
Non è mancata una presenza simbolica, quella della cantina ucraina Beykush di Eugen Shneideris, che nel suo vigneto sperimentale sulle sponde del Mar Nero ha piantato, grazie all’idea di un ucraino trapiantato in Piemonte, Bisso Atanassov (nella foto) e all’apporto dell’enologa Olga Romashko, alcuni filari di Timorasso.
In attesa dell’approfondimento sulle cantine degustate (con note culinarie come l’apprezzatissima sosta da Anna Ghisolfi) ci piace dedicare questa rubrica al Lerici 2021, molto diverso dal Derthona, che in terra ucraina si presenta con profumi di mela e agrumi e un lieve finale ammandorlato, perfetto da abbinare a grigliate di pesce.
Quasi a voler azzardare che in questi tempi bui i grappoli di Timorasso possano farsi carico, come le fronde benedette dell’ulivo pasquale, di un messaggio di rinascita e di pace.
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Giuseppe De Biasi
In questo blog vi accompagnerò in giro per l’Italia e in Europa, per parlarvi di vino, cibo e viaggi, alla scoperta dei miei luoghi del cuore e delle affinità elettive che mi legano a piccoli appassionati viticultori come a blasonate firme del vino.
Come giornalista professionista e sommelier da circa trent’anni curo rubriche di vino, enogastronomia e turismo su importanti riviste di settore (Bell’Italia, Bell’Europa, InViaggio, Italia a Tavola).
Ma ciò che più mi entusiasma raccontare sono le storie che si nascondono dietro ogni bottiglia. Di queste vi parlerò nei miei articoli con suggerimenti per le degustazioni, gli abbinamenti gastronomici, consigli per i vostri viaggi alla scoperta del fascinoso universo del vino.
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